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Carlo Scarpa (1906-1978), ritornando a Palermo agli inizi degli anni settanta, è riuscito a catturare, nella fisicità dello spazio costruito di palazzo Chiaromonte, detto Steri (da Hosterium, palazzo fortificato), le relazioni essenziali tra questa architettura, opera trecentesca, e la città contemporanea. La chiave usata dall'autore per decifrare quest'opera è il cammino, l'immergersi passo dopo passo nell'architettura, in un percorso-discorso peripatetico. Scarpa, per lo Steri, ha innescato un processo di rivitalizzazione basato sulla qualità degli spazi interni, concorrendo a disvelare nuove strutture narrative capaci di guardare ai tratti del nostro tempo. Postfazione di Antonino Saggio.